Dalla poesia “La gigantessa” di Charles Baudelaire

 “Al tempo che la Natura nella sua possente energia,
concepiva ogni giorno figli mostruosi,
avrei voluto vivere vicino a una giovane gigantessa,
come un gatto voluttuoso s’accuccia ai piedi d’una regina.

Avrei voluto contemplare il suo corpo fiorire
con la sua anima e crescere liberamente in terribili giochi,
indovinare, dalle umide brume che fluttuano nei suoi occhi,
se il suo cuore covi un’oscura fiamma;

percorrere, a volontà, le sue magnifiche forme,
arrampicarmi sul pendìo delle sue ginocchia enormi,
e qualche volta, l’estate, quando soli malsani

la fanno, stanca, distendersi attraverso la campagna,
dormire buttato all’ombra dei suoi seni,
come un quieto casolare all’ombra d’una montagna.”

Che dire di una poesia di Baudelaire che già non parli da sola? Non potendo neanche pensare in alcun modo di poter dire qualcosa sulla capacità poetica ed espressiva di un tale monumento della poesia dell’800, prendo questo poesia per trattare l’argomento del rapporto con il proprio corpo e della difficoltà per ognuno di noi di vivere dentro il suo, schiacciati dal peso delle convenzioni estetiche e dei giudizi sociali. Questa poesia di Baudelaire non la conoscevo, da giovane ho rubato il libro i “Fiori del Male” dalla camera di mio fratello, ma questa non me la ricordavo proprio, mi era sfuggita, non le avevo dato l’importanza che si meritava all’età di 15 anni e per questo me ne dispiaccio molto. A 15 anni, ma anche prima ormai, ci dovrebbe essere qualcuno che ti parli del tuo corpo e dell’accettazione di come è, sano, forte, bello, unico, da appena ti svegli alla mattina a quando rientri a casa la sera, così da poter affrontare la mostruosa società in cui iniziamo a muoverci (e a vacillare) da adolescenti.

Per fortuna c’è sempre tempo per scoprire nuovi tesori, e questa poesia me l’ha fatta conoscere una donna un anno fa. Questa donna e collega, durante un corso di psicoterapia, durante un mio momento di fragilità, si è avvicinata e mi ha detto “quando ti vedo camminare nel mondo, mi viene in mente la gigantessa di Baudelaire” e poi si è allontanata, così, lasciandomi questo dono e continuando a fare le sue cose. Non posso che ringraziarla di un gesto così gentile e disinteressato e dirle che mi ha fatto uno dei regali più belli che abbia mai ricevuto.

Perchè è così importante per me questo dono? Innanzitutto perchè è stata una donna a farmelo, una vera donna, una che non si sente superiore per il suo fisico slanciato e magro nè si sente invidiosa di un’altra. Una persona che non ha preparato il discorsetto per fare bella figura o per guadagnarci qualcosa, neanche un grazie ha aspettato prima di andarsene, ma una persona alla quale è venuta in mente una poesia e senza giudizio e senza vergogna, si è avvicinata ed ha espresso in piena responsabilità un suo pensiero, per donarmi qualcosa che io non possedevo. In quel momento ero in difficoltà perchè avevo appena fatto un’esperienza di danza spontanea in uno spazio condiviso con altre persone e mi stavo scervellando tra me e me perchè le mie parti interne erano in discussione: una parte diceva di fregarsene degli oocchi altrui e di muoversi più ampiamente possibile, usando tutto la spazio a disposizione, senza frenarmi, senza limitarmi, provando a divertirmi senza dare peso alle altre persone e al mio giudizio negativo su me stessa; l’altra parte invece diceva di non esagerare, di non mostrarmi troppo, di muovermi il meno possibile dato che già sono grossa e occupo tanto spazio, e se mi fossi messa a ballare come una matta, tutti avrebbero pensato male di me. Beh, non so se sapete di cosa sto parlando, ma penso proprio di si. Mi accade spesso, come ritengo accada anche a tanti di voi, che numerose voci nel mio cervello (in questo caso due, ma a volte sono anche molte di più), si mettano lì a discutere tra loro e a giudicarsi perchè vogliono cose tra loro opposte e in disaccordo. Ognuna ha le sue buone ragioni, ma discutendo e litigando tra loro mi bloccano nel dubbio e nella sofferenza. In quel momento per fortuna ero in un ambiente accogliente di cui mi fidavo e quindi ha prevalso la parte che voleva ballare a più non posso, ma quando sono uscita dalla stanza, alla fine dell’esercizio, l’altra parte giudicante è riapparsa ed è tornata a dirmi parole taglienti di giudizio. A quel punto è arrivata quella donna, a quel punto della giornata, e della mia vita adesso direi, è arrivata quella poesia.

Leggendola mi arriva un senso di gioia e di bellezza disarmante, mi sento come se stessi davvero in presenza di quella gigantessa voluttuosa e morbida, e finalmente mi do il permesso di rispecchiarmi in quella gigantessa, di essere io quella figura grande, curvosa, soffice, felice e appagata. Non è affatto facile tra persone farsi complimenti sinceri riguardo al proprio o altrui aspetto fisico. Siamo tutti così limitati da una cultura estetica stereotipata che vede la bellezza negli stessi e identici corpi ritoccati su instagram, e anche se ci sono delle donne e uomini bellissimi che stanno lavorando nella corrente contraria, ancora siamo bloccati da pensieri giudicanti, spesso inconsci e inconsapevoli. E questo fa tanto male, alla società, agli adolescenti, agli adulti e al mio cuore. Il vero problema sta nello sradicare quel tipo di pensiero dal nostro stesso corpo, dai pregiudizi che ormai sono ben fissati nel nostro cervello, e appartengono anche alle più importanti influencer della body positive.

Perchè un pensiero sotto sotto di pregiudizio, di non essere sufficientemente bella, sufficientemente accettata, sufficientemente magra, c’è sempre, e non possiamo farcene una colpa. Nonostante io non approvi questi pensieri e questi pregiudizi, sono consapevole che appartengono alla società stessa in cui siamo nati e cresciuti, e quindi sono anche dentro di me, e l’unico modo di combatterli e di poterne parlare nel mondo, è quello di riconoscerli e di gestirli prima dentro noi stessi. È come per i pregiudizi sul colore della pelle o sullo straniero, l’unico modo per combatterli nel mondo e dentro noi stessi è ammettere di possederli, anche seppur in minima parte. Perchè quella voce dentro la testa che ci dice di aver paura dell’estraneo, del diverso o quella che ti dice di non essere abbastanza magra, o abbastanza bella, o abbastanza in forma per essere accettata, beh c’è sempre, ogni giorno, in ognuno di noi, anche nella persona più giusta, nella più politicaly correct. Solo riconoscendo in noi le nostre parti d’ombra, accogliendole e lavorandoci sopra per cambiarle se non ci piacciono, perchè vogliamo di più per noi e per questa società, potremmo davvero essere liberi di essere le persone che vogliamo.

Per me il rapporto con il mio corpo è sempre stato molto complesso e altalenante, e la cosa non si è limitata agli anni dell’adolescenza, ma è continuata e perdura tuttora anche se ho 33 anni. Nel mio lavoro come terapeuta ma anche parlandone con amici e conoscenti, ho visto percorsi molto diversificati rispetto al proprio corpo, più o meno turbolenti, ma tante tra le persone che ho conosciuto hanno avuto difficoltà per accettarsi come sono o per accettare i cambiamenti del proprio corpo. Non è affato semplice stare nel proprio corpo, cambia, si modifica, oscilla per la crescita, per l’umore, per la vita che fai, e continua a cambiare anche da adulti, se cambi città e vai a convivere e devi cucinare per due e non più per te sola, se cambi stile di vita e non hai più tempo per andare a fare un’attività fisica, se cambi lavoro e devi mangiare a mensa ad ore assurde invece di mangiare quello che vuoi te, cambia per una gravidanza oppure perchè si cresce e non si rimane mai uguali a noi stessi. Come ho detto nella mia esperienza ho conosciuto persone diverse in diversi ambiti, ed ognuna aveva con se stessa e il proprio corpo, un rapporto complesso e con diversi livelli di gravità. C’è chi lo controlla con una dieta super rigida per molti mesi all’anno, c’è chi lo gestisce con un’attività fisica gravosa e dannosa, c’è chi evita di preoccuparsene negando il problema o negando il suo interesse, c’è chi è troppo magro e pagherebbe per essere più in carne, c’è chi è alto e vorrebbe essere più minuto e proporzionato e ci sono miriadi di esempi che potrei ancora fare.

Come in tutte le cose l’unica verità è che “la virtù sta nel mezzo”, ovvero che il gioco sta nel mantenere un’equilibrio tra noi stessi e il mondo esterno. Non esiste una soluzione definitiva e buona per tutti, ma ognuno si dovrebbe domandare ogni giorno e ogni istante cosa va bene per sé e cosa vuole per se stesso, in questo caso per il proprio corpo. Più semplicemente sarebbe opportuno domandarsi ogni volta che possiamo, – Sto comoda oggi con questo mio corpo?- E se la risposta è no, iniziare a fare qualcosa per cambiare, ma sempre a seconda del mio ritmo e della mia persona, senza giudizi e senza pretese. Ok, si, voglio perdere quei chili in più, ma non mi relego in una prigione con solo pane e acqua perchè mi giudico in modo troppo severo e mi ripeto in continuazione che faccio schifo. E non metterò la testa sotto la sabbia dicendomi – non riuscirò mai a fare niente per il mio fisico, sono grasso e non posso cambiare – e quindi continuerò a mangiare fingendo che non mi faccia male. Ecco, queste due posizioni contrarie e opposte sono ugualmente sbagliate e dannose.

E allora che fare? Iniziamo guardandoci con un po’ più di benevolenza, iniziamo volendoci bene per come siamo ma spronandoci e facendo il tifo per noi stessi quando vogliamo cambiare. Possiamo sostenerci nella fatica se ci mettiamo a fare una dieta sana senza restrizioni forzate, ma perdonarci se a volte abbiamo bisogno di quella ricompensa di dolce cioccolato o di vino rosso. Senza aggredirci, senza colpevolizzarci. E domandarci sempre se voglio o no fare una cosa e rispondere sinceramente, essendo consapevoli che per tutto c’è un prezzo, ma che, come esseri umani, siamo assolutamente in grado di sostenerlo. E se così non fosse, si può benissimo alzare bandiera bianca, chiedere aiuto e trovare alleati, sia negli amici, che nei professionisti, ad esempio un terapeuta, che vi ascolteranno e sosterranno.

E poi vorrei dire un’ultima cosa: regalate poesie, regalate commenti gentili e puri agli altri rispetto al loro corpo, al loro peso, ai loro problemi, alle loro difficoltà, oppure non fatelo affatto. Sono fermamente convinta che le persone vivrebbero insieme molto più facilmente se spesso scegliessero accuratamente le parole da non dire, come ci ricorda sempre Ada Merini. Perchè non sappiamo il dolore che possiamo causare, e quindi invece di incanalare emozioni negative come invidia, dolore e rabbia scherzando con nomignoli o effese di vario genere, come bisteccona, culona, cicciona, magari fareste meglio a smettere di ridere degli altri, e a pensare a quanto sia più bello essere ricordati come donatori di poesie invece che come taglienti simpaticoni.

Musica consigliata–> “All about that bass” Meghan Trainor

S:che bella questa canzona, mi ha ridato il buon umore
3: è si, è proprio rinvigorente e gioiosa, mi fa venire voglia di ballare e di accettarmi così come sono
Z: non ci credo, è piaciuta pure a me!
S: beh del resto anche tu sei parte di Sara come noi, qualcosa ci accomuna per forza
Z:ma…questo non significa che domani non iniziamo la palestra?
S:certo che no, voglio stare ancora più comoda nel mio corpo, voglio essere morbida, giocosa, serena, fiera delle mie forme e libera e di poter mangiare tutto quello che voglio
3:ma a volte non vorrò andarci per pura pigrizia e desiderio di divano per poi soffrire grandemente per il senso di colpa..
S:mmm il senso di colpa non esiste, se fai una scelta devi essere responsabile della scelta fatta, di ciò che ci hai guadagnato e di ciò che hai perso, così è la vita…a volte sceglieremo di andare a faticare, a volte sceglieremo di andare a fare un aperitivo..
Z: no no, ci andremo sempre, quando una cosa è decisa è decisa, non si può tornare indietro, sarebbe una vergogna, non avrei più nessuna stima di noi, saremmo additate come fiacche e scansa fatiche
S: via su non esagerare come al tuo solito
3: mmm, così mi fai ancora meno voglia di iniziare, perchè so che poi ti deluderò e mi odierai
S: non starla a sentire, proviamoci, faremo del nostro meglio, e se non funziona..saremo comunque in due contro una 😉
Z:ma io voglio essere più magra e più sana
S: io direi sana e atletica
3: facciamo sana e felice ok?
Z:ok, va bene
S: direi va benissimooo, e adesso…balliamo ancora?